Il conflitto non è solo quello armato e nelle zone di guerra ma è qualcosa che rientra strettamente nella sfera relazionale.

La vita non è competizione ma cooperazione

La nostra Caritas Diocesana ha organizzato per gli operatori, i volontari, i collaboratori un incontro di formazione tenuto in due giorni. Il giorno 8 giugno l’incontro si è svolto al convento della Suore Alcantarine a Santa Croce; il giorno 9 ci siamo ritrovati in sede Caritas con i membri dell’equipe diocesana e i ragazzi del Servizio Civile.

“I Conflitti: imparare a viverli per stare meglio e per far stare meglio!”, questo il tema sul quale abbiamo riflettuto guidati dalla dott.ssa Antonella Russo, psicologa – psicoterapeuta.

La scelta di questo tema non è affatto occasionale e sicuramente tutti ne facciamo esperienza. Il conflitto non è solo quello armato e nelle zone di guerra ma è qualcosa che rientra strettamente nella sfera relazionale. È una situazione che si viene a creare in cui le persone percepiscono incompatibilità di pensiero o comportamento con altre persone, nell’attuazione e o condivisione di progetti, piani di lavoro, obiettivi.

Essa si manifesta in ogni rapporto umano significativo, ci coinvolge interamente, nel nostro aspetto: fisico, psichico, sociale. Probabilmente spesso lo temiamo, lo evitiamo o lo neghiamo, forse perché paragoniamo il conflitto allo scontro invece che favorire il dialogo, il confronto e l’accettazione della diversità.

Il conflitto infatti nasce proprio dall’emergere delle diversità. Dovremmo imparare a gestire il conflitto partendo da sè stessi e da una sufficiente consapevolezza di sé. Questo permetterebbe sia di instaurare relazioni autentiche con gli altri, sia di essere autentici con sé stessi. È necessario imparare a stare dentro il conflitto, a conviverci stabilmente e a sostare nel conflitto al fine di avere la possibilità di esprimere le proprie dimensioni, quelle più vere e profonde che solo nelle relazioni conflittuali possono venire alla luce.

I conflitti non si risolvono eludendoli o negandoli, non si risolvono spontaneamente, né si risolvono in modo coercitivo o sottomettendo l’altro. Occorre una comunicazione chiara, efficace, che ricerchi di cooperare, collaborare con l’altro. Infatti la vita non è competizione ma cooperazione.

Dovremmo imparare ad ascoltare in maniera attiva gli altri, provare a comprendere il loro punto di vista per poter migliorare le relazioni e imparare a entrare in empatia con gli altri.

 

“La chiave di un uomo si trova negli altri: è il contatto con il prossimo che ci illumina su noi stessi”. (Paul Claudel)

 

sr Rossella D’Aniello