Il mese di settembre è sempre stato considerato il mese del “ricominciare” o dei nuovi inizi, dopo la pausa estiva.
Ed in questo periodo anche la nostra Caritas Diocesana, si è ritrovata per dei momenti di riflessione, confronto e programmazione.
Ogni volta si sceglie un luogo per questo tempo di attività, uscendo un attimo fuori dal nostro quotidiano. Questo anno i nostri incontri si sono realizzati tra Vico Equense e il Monte Faito.
È un tempo necessario per noi operatori e volontari, per guardarci negli occhi e pensare a come migliorare sempre di più i nostri servizi e per rispolverare la nostra “vocazione” di operatori.
Ma non solo questo, ogni volta che ci riserviamo questo periodo, riscopriamo anche la necessità di essere tra di noi una famiglia, una piccola comunità.
E come ci ricorda spesso Don Mimmo, il nostro direttore, corriamo sempre il pericolo di camminare ognuno per conto suo, di fare il nostro servizio e basta…senza rendersi conto che il nostro è un lavoro comunitario.
Molto bella è stata l’immagine che ci ha portato il Don nell’ultimo incontro di questa “tre giorni”: l’immagine della vite.
Noi operatori non siamo acini che vanno per fatti propri, ma siamo uniti per formare il grappolo d’uva; e ciò che regge questo grappolo sono la formazione che ci abilita ad incontrare ogni giorno i nostri poveri riconoscendoli fratelli.
Tutto sostenuto dal grande ceppo che è la Chiesa, di cui le radici sono il Vangelo.
Ecco ciò che siamo e chiamati ad essere! Necessità di essere comunità, necessità di essere parte della Chiesa: molto bello è stato la settimana scorsa anche l’incontro con il nostro Vescovo Don Franco, il quale ha sottolineato più volte l’esigenza di essere Chiesa sinodale, il camminare insieme, poiché non siamo soli.
Antonio Savarese e Lucio Longobardi