“Gioca la vita, denuncia la tratta” è il titolo della Campagna lanciata da Talitha Kùm, costituita dall’Unione internazionale superiori generali contro la tratta di persone in occasione dei Mondiali di Calcio di quest’anno.
In sintonia con Papa Francesco, che è intervenuto a più riprese sulla tratta definendola “la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo”, i religiosi e le religiose impegnate nella loro missione in mezzo a tutte le forme di povertà, toccano con le loro mani l’umiliazione, la sofferenza, il trattamento inumano e degradante inflitto a donne, uomini e bambini e si sentono interpellati a combattere questa schiavitù moderna.
In sintonia con Papa Francesco, che è intervenuto a più riprese sulla tratta definendola “la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo”, i religiosi e le religiose impegnate nella loro missione in mezzo a tutte le forme di povertà, toccano con le loro mani l’umiliazione, la sofferenza, il trattamento inumano e degradante inflitto a donne, uomini e bambini e si sentono interpellati a combattere questa schiavitù moderna.
Il Brasile è un Paese con un’alta percentuale di turismo a scopo sessuale e questo incide significativamente sul fenomeno dello sfruttamento della prostituzione, soprattutto minorile, e spesso apre le porte al traffico interno o internazionale.
L’obiettivo della campagna è, dunque, far sì che la Coppa del Mondo diventi “uno spazio positivo e propositivo, per promuovere una cultura dei diritti e della vita, denunciando tutte le forme di sfruttamento, che la svalorizzano e la mercificano”. Concretamente, la campagna utilizza media e social network per informare e sensibilizzare la popolazione sui possibili rischi e su come intervenire per denunciare eventuali casi.