L’Europa, la mancata accoglienza e i valori negati!
Il secolo nel quale siamo appena entrati si è aperto con la grande retorica della “caduta del Muro”. Non si diceva neanche il luogo preciso – si intendeva chiaramente quello che divideva le due Berlino –, ma poco dopo sono pullulati muri giganteschi, da un canto all’altro del pianeta. L’attuale presidente degli Stati Uniti d’America, ad esempio, sta costruendo migliaia di chilometri di muro tra gli Stati Uniti e il Messico. Il muro lambisce la parte meridionale della California, e dall’altra parte il Messico. Il neo-presidente fa comizi nei pressi del confine, dinnanzi a un pubblico assatanato che grida: “Fai il muro!”. Una scena simile ai comizi del Führer, che interpellava la folla chiedendo: “Krieg oder Frieden – guerra o pace ?”, e la folla ormai invasata gli rispondeva: “Krieg – guerra”. E lì “fare il muro” ha più o meno lo stesso fine, perché anche quella è una guerra feroce. Ma si può passare a un altro angolo del pianeta – c’è solo l’imbarazzo della scelta – e vedere quanti muri esistono, anche non tangibili, se non per gli effetti, e mi riferisco, ad esempio, al paese al quale si deve l’elaborazione scritta dei diritti dell’uomo e del cittadino più volte ribaditi in una serie di costituzioni, comprese quelle della repubblica francese.
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