La speranza di un mondo migliore si riflette negli occhi di chi ha sofferto…

Il male estremo purtroppo è ancora presente. Il male accade e si ripete nella storia, perché c’è una propensione all’odio nell’essere umano, perché le persone sono spesso indifferenti e indifferenza fa rima con violenza.

Oggi, 27 Gennaio, ricordiamo le tante vite, tutte quelle vite, dal neonato all’anziano, morti per mano dell’orrore più grande, l’Olocausto.

Li ricordiamo non per convenzione, ma affinché la nostra coscienza sia sempre vigile.
Affinché quello che è stato non avvenga mai più.

Per farlo diamo voce ad Anna Frank e ad un ragazzo del quale non sappiamo il nome.

Questi scritti ci insegnano, nonostante l’ingiustizia…, la crudeltà…, il dolore…, ad amare la vita, ad amare gli altri, a non cedere mai alla tristezza, all’odio e alla vendetta. MAI!

La speranza di un mondo migliore si riflette negli occhi di chi ha sofferto…

 

 

Dal diario di Anna Frank – 15 luglio 1944

così scriveva Anna pochi giorni prima che i tedeschi irrompessero nell’alloggio segreto

 

…Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà. È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’ intima bontà dell’uomo.

Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.

Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui forse saranno ancora attuabili”.

la tua Anna

 

 

Da domani sarò triste, da domani.

Ma oggi sarò contento.

A che serve essere tristi, a che serve?

Perché soffia un vento cattivo?

Perché dovrei dolermi, oggi, del domani?

Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro.

Forse domani splenderà ancora il sole

E non vi sarà ragione di tristezza.

Da domani sarò triste, da domani.

Ma oggi, oggi sarò contento,

e ad ogni amaro giorno dirò:

“Da domani, sarò triste. Oggi no”.

Poesia di un ragazzo trovata in un ghetto nel 1941