Giornata mondiale del rifugiato

Ogni anno, il 20 giugno, si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, appuntamento voluto dalle Nazioni Unite per ricordare ciò che accade nel mondo: milioni di persone obbligate a fuggire dalle proprie case a causa di guerre, persecuzioni, crisi climatica. Il numero dei rifugiati in fuga nel mondo è raddoppiato negli ultimi 10 anni, a maggio 2024 è salito a circa 120 milioni.

Il quadro internazionale che costringe milioni di persone alla fuga è complesso e complesse sono le soluzioni necessarie per intervenire sulle cause di fondo che li costringono ad abbandonare le proprie case e alleviare la sofferenza di chi è in esilio, offrendo loro la possibilità di ricominciare in un paese di asilo quando il ritorno a casa non è possibile.

Per l’occasione UNHCR lancia la campagna di solidarietà #WithRefugees, per un mondo dove tutti i rifugiati sono benvenuti poiché hanno bisogno del sostegno di tutti, ora più che mai. Solidarietà significa lavorare insieme per un mondo che accoglie le persone rifugiate, celebrare i loro punti di forza e le loro conquiste e riflettere sulle sfide che devono affrontare.

In occasione di questa giornata, ieri, al termine dell’udienza generale il Papa ha fatto un appello per l’accoglienza dei migranti: “Possa essere l’occasione per rivolgere uno sguardo attento e fraterno a tutti coloro che sono costretti a fuggire dalle loro case in cerca di pace e di sicurezza. Siamo tutti chiamati ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte. Prego affinché gli Stati si adoperino ad assicurare ai rifugiati condizioni umane e a facilitare i processi di integrazione”.

In questa giornata il pensiero non può non andare al dramma dei milioni di donne, uomini e bambini che rischiano la vita nei cosiddetti viaggi della speranza, molti dei quali finiscono in tragedia. Ultima in ordine di tempo il naufragio al largo delle coste della Calabria con oltre sessanta persone disperse, circa metà delle quali bambini. Non possiamo essere indifferenti! Non dobbiamo essere omertosi!

Siamo chiamati ad essere tutti solidali. La solidarietà con i rifugiati consiste nel trovare soluzioni affinché, sostenuti, possano ricostruirsi un futuro in dignità e rimuovere gli impedimenti all’inclusione nella vita sociale, economica e politica. Siamo chiamati a donare loro delle opportunità per essere membri attivi delle comunità che li accoglie attraverso il lavoro, la scuola, lo sport, ecc… I rifugiati desiderano mettere in campo i loro talenti e passioni per provvedere alle loro famiglie e contribuire ai Paesi che li ospitano. Sia anche questo il nostro desiderio!

sr Rossella D’Aniello