Ritiro di Avvento

Oggi si apre la Porta della Salvezza

Questa mattina in Caritas, ci siamo riuniti, alcuni fratelli poveri, alcuni operatori e volontari della Caritas Diocesana e di alcune Caritas Parrocchiali per il ritiro di Avvento.

È un tempo nel quale ci viene data l’opportunità di fare silenzio, ascoltare Dio, ascoltarsi e ascoltare l’altro, ritrovarsi, ritrovare l’altro come fratello e ritrovare l’Essenziale.

Il tema sul quale abbiamo insieme meditato, riflettuto è stato: “Si apre la Porta della Salvezza”. Don Antonino Gargiulo ci ha accompagnato nella riflessione sul brano del Prologo di Giovanni (Gv 1, 1-18).

Ci ha aiutati a risvegliare in noi la coscienza di essere chiamati a scoprire, a riscoprire nella vita, nella nostra quotidianità cosa significa che il Verbo si è fatto carne e a prendere coscienza che Gesù si fa carne oggi, attraverso la nostra carne. La Parola si fa carne anche attraverso la nostra presenza.

Gesù è Porta di Salvezza e siamo anche noi chiamati ad essere porta attraverso la quale passa Gesù, la sua Parola, la Vita vera, la Luce vera. Il Signore abita nel cuore di tutti indistintamente. Tutti, nessuno escluso. Siamo abitati da Dio.

Siamo chiamati a dare spazio all’anima che brilla in mezzo alle tenebre, facendo spazio a Dio, consapevoli che Gesù continuamente chiede di entrare nella nostra vita, di nascere nelle nostre scelte quotidiane.

Dopo un breve momento di silenzio abbiamo condiviso le parole della Parola risuonate nella nostra interiorità. Suor Monica poi ci ha introdotti al laboratorio dal titolo: “Ecco sto alla porta e busso…” (Ap 3, 20)

Ci siamo insieme interrogati sul nostro essere porta. Abbiamo aperto la porta della nostra vita, del nostro cuore a Gesù? Che tipo di porta siamo nelle relazioni con l’altro? Una porta che protegge? Una porta che difende? Una porta aperta? Spalancata? Sprangata? Socchiusa? Chiusa? Che tipo di porte ho incontrato?

Tante le riflessioni emerse. Tanti i doni ricevuti dalle condivisioni di buona parte dei presenti che con tanta semplicità e compostezza, tra tremori, lacrime, sorrisi hanno consegnato parte della propria interiorità ricca di ferite e con spiragli di speranza.

Troppo bella la vita di ognuno. Nonostante le fatiche, nonostante i dolori, racchiude sempre in sé germogli di Vita, germogli di Speranza, germogli di Amore.

È stato donato a tutti un segno, un messaggio da parte di Gesù: “Io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui” (Ap 3,20); sotto questo messaggio c’era una piccola chiave che rappresenta la chiave della porta della nostra interiorità, della nostra vita. Ancora una volta Gesù viene: apriamogli la porta del nostro cuore!

Il direttore Don Mimmo ha con gioia ringraziato tutti dicendo: “Dio si è fatto come noi, questo vuol dire che noi dobbiamo farci come Lui per stare accanto agli altri, soprattutto ai più bisognosi”.

sr Rossella D’Aniello