Siamo giunti al nostro secondo incontro di formazione Caritas sul Volontariato essere o fare? Il tema sul quale abbiamo riflettuto questa sera, guidati da Don Salvatore Branca, è stato: Umanità che si ferma e disumanità che passa oltre! Farsi prossimi attraverso la pastorale della carità. È questo un tema che ha come sfondo la parabola del buon samaritano, modello di un amore per l’altro, è un’arte del fermarsi e in questo senso è una contestazione al nostro modo di vivere.
Don Salvatore con audacia ha evidenziato come lo stile di vita comune sia ben lontano dal fermarsi e i termini che usa Gesù nella nostra psicologia immediata, non trovano grande spazio. Gesù ci ha fatto capire che l’essenza dell’umanità passa per il fermarsi.
Come operatori, come volontari della carità ci fermiamo? Eppure, se Gesù ce lo chiede c’è un motivo straordinariamente terapeutico.
È proprio nell’essenza del volontario, dell’operatore Caritas il compito di fermarsi e stare con chi è rimasto indietro. Noi ci rapportiamo con un’umanità frantumata, non possiamo andare oltre…
Fermarsi, contrariamente a ciò che la vita ci dice da sempre è ciò che caratterizza l’essere volontario. Fermarsi anche là dove non c’è movimento, non c’è soluzione, è necessario fermarsi per donare umanità. È questo che garantisce un percorso di umanizzazione. È nel fermarsi, nell’accettare di “perdere tempo” che c’è la testimonianza dell’amore, di un amore sincero.
Siamo chiamati a recuperare l’arte del fermarci che è spirituale. Senza quest’arte veramente c’è disumanizzazione. Il fermarsi permette di incontrare l’altro e costruire una relazione. Il fermarsi è uno stile, è un’architettura della vita del volontario.
Per potersi fermare accanto al fratello che ha bisogno, è necessario fermarsi nella preghiera per stare attenti alla voce di Dio che ci parla. Ascoltare questa Voce, ci permette di poter ascoltare noi stessi, è da questo che prende vita un ascolto attento e sensibile all’altro.
Siamo chiamati a mettere in discussione le nostre cattive abitudini e acquisire la logica di Dio, questo ogni giorno richiede uno sforzo. Gesù ci propone una dimensione umana. Se tutti ci lamentiamo della disumanità che viviamo, dei conflitti, della violenza, dell’isolamento, dobbiamo essere coscienti che non possiamo risolvere tutto ciò andando oltre. Siamo chiamati a fermarci, non c’è un’alternativa. Siamo chiamati a fermarci per dare spazio e tempo a relazioni accoglienti.
Siamo chiamati a privilegiare il fermarsi all’andare oltre, l’essere perduti perché ci siamo fermati, piuttosto che l’essere vincenti perché siamo andati oltre. “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”. (Mt 16, 25)
sr Rossella D’Aniello