In questo terzo giorno di Convegno, molti sono stati gli interventi sul tema dei Corridoi Umanitari, dei Corridoi Universitari e dei Corridoi Lavorativi.
Con chiarezza è emerso attraverso le varie testimonianze, tra cui anche quella del nostro direttore Don Mimmo Leonetti e di un nostro beneficiario dei Corridoi Umanitari Raphael, che i corridoi sono davvero delle vie legali per giungere in Italia in sicurezza ma anche sono strade che facilitano il processo di integrazione attraverso l’accoglienza, la protezione, la promozione e l’inserimento sociale.
Si è sottolineato, riguardo ai Corridoi Umanitari, che sono dei mezzi efficaci per sensibilizzare a livello culturale le realtà sociali, le strutture statali e sanitarie e anche la possibilità di far crescere una sensibilizzazione di apertura presso le nostre comunità parrocchiali interrogandosi sul senso della presenza di persone che, provenendo da altre nazioni, esprimono una diversità culturale, religiosa e il bisogno di condividere la loro vita con le nostre comunità.
Il grande interrogativo umano e di fede che ci richiama al grande tema della fraternità universale: “Dov’è tuo fratello?”; “Perché tuo fratello bussa alla porta della tua vita, della tua comunità?” risuona nelle nostre coscienze.
I Corridoi Universitari sono un’altra strada possibile non solo per arrivare in Italia ma anche per entrare in dei progetti culturali in cui ci si coordina tra le associazioni, le fondazioni, le università e le Caritas che aderiscono. Questo permette ai giovani che non avrebbero mai potuto accedere allo studio universitario e alla professione, di laurearsi, di realizzare i propri sogni professionali e di vivere la loro professione o tornando nella propria terra per far crescere culturalmente il proprio territorio, o rimanere in Italia, o andare in altri luoghi dove desiderano vivere.
Interessante è stata la testimonianza di Marie Ayuk nigeriana, che dopo una storia difficilissima nella propria terra e in Africa aderendo a questo progetto e partecipando a una borsa di studio dell’Unisannio, è prossima a laurearsi.
Interessante il processo dei corridoi lavorativi che mette insieme l’impegno delle Caritas a conoscere e formare la realtà imprenditoriale e a incontrare nei campi i soggetti che indicano le loro qualità lavorative o professionali. Questo rapporto facilita, a coloro che arrivano, sia la ricerca del lavoro, sia una relazione positiva con il datore di lavoro. È un progetto che è utile sia all’imprenditore che al beneficiario.
Coinvolgente la testimonianza di Tamim Arya, giovane afghano, che ha evidenziato come il lavoro sia stato per lui la chiave dell’integrazione. È stato questo a donare lui speranza e ad accendere in lui il desiderio di donarla anche agli altri.
Se guardiamo i numeri dei partecipanti a tutti i Corridoi, rispetto ai grandi numeri dell’immigrazione, potremo pensare che è poca cosa. Ma nel cuore dei credenti la salvezza di uno è la salvezza del mondo.
Direttore Don Mimmo Leonetti
sr Rossella D’Aniello