20 agosto 2025
In mattinata siamo andati nel palazzo ONU a Cipro che si trova nella città di Nicosia.
L’ONU, sull’isola ha il compito di mantenere la situazione stabile tra la parte turco-cipriota e quella greco-cipriota. Uno dei caschi blu ci diceva “non costruiamo la pace, ma costruiamo la fiducia” attraverso punti di contatto culturali. Le azioni di pace sono realizzare lungo la “linea verde” ed interessano la religione (in particolare il culto dei defunti) l’agricoltura e le costruzioni.
La loro azione è molto importante in quando, ancora ad oggi, capita che, da un lato all’altro del confine, vi sono momenti di conflitto che si manifestano con lanci di pietre.
Successivamente siamo andati presso la sede di Caritas Cipro dove abbiamo aiutato gli operatori ad allestire una festa dedicata ai migranti.
Nel pomeriggio abbiamo incontrato il vescovo di Nicosia. È l’unico presente sull’isola dopo un’assenza episcopale di 400 anni. La nostra chiesa qui sull’isola non è riconosciuta, non è nient’altro che una setta in quanto le uniche chiese riconosciute sono quella ortodossa e quella mussulmana. Seppur piccola, la comunità cattolica s’impegna ad essere vicina ai suoi componenti e non solo attraverso un’opera di pace e di collaborazione.
Il vescovo ci ha chiesto di presentarci ed è iniziato un confronto su quanto abbiamo appreso durante il campo di volontariato.
Successivamente abbiamo partecipato ad una riunione con una volontaria in Caritas Giordania che abbiamo scoperto essere gemellata con Caritas Campania. Ci ha spiegato il progetto a cui sta partecipando e le sensazioni provate in questo momento di guerra tra le vicine Israele e Palestina.
I ragazzi del campo di volontariato



















