Maria di Magdala e l’altra Maria non si rassegnano vanno verso il sepolcro, vogliono esprimere ancora dei gesti di amore verso Gesù. Sono guidate dall’Amore.
La loro speranza spinge anche noi davanti alla tomba dei tanti poveri uccisi dalle ingiustizie, dalle violenze, dalla guerra … quanti innocenti posti sulla croce.
Con lo stesso affetto di quelle due donne noi non vogliamo rassegnarci e passare oltre, ma ci avviciniamo ai tanti sofferenti nella storia con l’affetto, la solidarietà, la presenza,con il ricordo, la preghiera.
Come allora, al mattino di Pasqua ci fu ” un grande terremoto” che sconvolse la terra, che spaventò e tramortì le guardie poste davanti al sepolcro così possa venire anche oggi questo terremoto per spaventare i signori che producono morte, povertà e miserie.
Questo terremoto è già avvenuto con la Risurrezione di Cristo: ” non abbiate paura… so che cercate il crocifisso. NON è qui. E’ RISORTO”. Questo terremoto non procura morte, ma vita. Quella vita che vince tutte le morti. Da quella grande Pasqua il male non ha più l’ultima parola. L’AMORE, la SOLIDARIETA’, l’AMICIZIA, l’AFFETTO possono vincere l’odio, l’indifferenza, la durezza. Di questo abbiamo bisogno per guardare con gli occhi di Dio, per amare i poveri, i deboli, gli abbandonati, i disperati. La Pasqua è il terremoto dei cuori che cambia “il cuore di pietra in cuore di carne”, e la Pasqua mette fretta, come a quelle donne, perchè il desiderio di vita che nel cuore del mondo NON PUO’ ASPETTARE.
AUGURI dalla Caritas, dagli operatori, dai volontari, da tutte le persone che vogliono respirare la fresca e nuova aria del Mattino di Pasqua.
Don Mimmo