«L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria». (Primo Levi)
Il 27 gennaio di ogni anno, anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, si celebra la Giornata internazionale di Commemorazione delle vittime dell’Olocausto. La giornata è stata istituita nel 2005 con l’adozione all’unanimità da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Risoluzione A/RES/607, che rifiuta qualsiasi negazione dell’Olocausto e condanna senza riserve tutte le manifestazioni di intolleranza religiosa, istigazione, molestia e violenza verso persone o comunità sulla base delle loro origini etniche o della loro fede religiosa.
Profonda la poesia di Primo Levi, sopravvissuto al punto da non riuscire a convivere con il senso di colpa del salvato:
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per un pezzo di pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.