Il 7 ottobre scorso a Oslo è stato assegnato il Premio Nobel per la pace 2011 a tre donne: Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman. La prima è Presidente della Repubblica della Liberia; la seconda è un avvocato militante pacifista e presiede un’organizzazione femminile interafricana per la sicurezza e la pace; la terza è una giornalista islamica dello Yemen che ha fondato l’associazione “giornaliste senza catene” e ha significativamente dedicato la nomination a tutti i militanti della primavera araba.
Queste tre donne hanno ricevuto il premio “per la loro lotta nonviolenta … a favore del processo di costruzione della pace” . Sono donne che, pur dentro a culture e tradizioni maschiliste, fanno politica in modo diverso e praticano la non violenza nella ricerca della giustizia e della pace.
Questo Nobel rappresenta, secondo le intenzioni del Comitato che lo assegna, “un riconoscimento del rafforzamento del ruolo delle donne”, perché “non possiamo raggiungere la democrazia e una forma di pace duratura nel mondo, se le donne non possono ottenere le stesse opportunità degli uomini nell’influenzare lo sviluppo della società a tutti i suoi livelli”.
La “sapienza dolorosa” delle donne, infatti, sa produrre una nuova cultura, fatta di tenacia e di difesa della vita: la loro energia è ciò che Giovanni Paolo II chiamò “il genio femminile”, la capacità, cioè, di vedere lontano, di prevedere e di provvedere, di accogliere, far crescere e promuovere la vita, ogni vita, sapendo trasformare anche la sofferenza in dono.
Ci auguriamo che in ogni angolo della terra tutte le donne, giovani e anziane, possano avere sempre più voce per poter colorare questa nostra Terra d’infinito…