I diritti delle donne in India

Ishita Kaul: sui diritti delle donne in india 
A un mese e mezzo dalla morte della ragazza di appena 23 anni, picchiata e stuprata da un gruppo di uomini su un bus, e a 2 settimane dallo stupro di gruppo su un’altra donna di 29 anni, Ishita Kaul, figlia del presidente di SOS Villaggi dei Bambini nel mondo e impegnata da anni nella promozione dei diritti delle donne in India, risponde alle domande in merito al ruolo e ai diritti delle donne nel suo paese.
Quali le problematiche alla base di questi terribili episodi?
“Gli episodi di violenza contro le donne, in particolare lo stupro, avvengono in India da molto, troppo tempo. Tanto da farmi provare rabbia, vergogna e un senso di impotenza. Lo stuproavvenuto sulla ragazza di 23 anni, che è stata violentata e uccisa su un autobus ha colpito per la sua brutalità, ed è stato sicuramente un punto di svolta. Ha scosso la gente. Io non viaggio in autobus in India, ma a Londra l’ho sempre preso, durante il giorno e la notte. A Delhi, prendo la metropolitana perché c’è un vano per sole donne, dove mi sento più al sicuro da commenti indesiderati o sguardi del sesso opposto. Non esistono queste distinzioni sugli autobus in città, ma ovviamente la questione è molto più grande: non si dovrebbe commettere nessun tipo di violenza che sia su un mezzo di trasporto o in qualsiasi altro contesto” afferma Ishita Kaul. “La maggior parte delle ragazze a Delhi, se non in tutta l’India, hanno una serie di regole che seguono inconsciamente, perché sono ben consapevoli di come è meglio comportarsi negli spazi pubblici. Preferiamo non attirare l’attenzione. Tuttavia, soprattutto le ragazze hanno sempre più accesso all’istruzione, iniziano a frequentare l’università, a lavorare e guadagnare un reddito, quindi sempre più spesso si spostano in città, purtroppo consapevoli e coscienti che nessuno, se non loro stesse, si occupa della loro protezione. Un concetto sbagliato che è necessario cambiare. La nostra società è prevalentemente patriarcale – soprattutto nell’India del Nord – e si articola lungo una serie di criteri, come la religione, la casta e il reddito. Le donne non sono considerate uguali agli uomini, non hanno auto, proprietà. In alcune parti dell’India, le bambine appena nate vengono uccise o abbandonate alla nascita. Il fatto stesso che questo avvenga e la maggior parte dei colpevoli non venga punito, fa capire quanto grave e preoccupante sia l’atteggiamento della società indiana nei confronti del genere femminile”.
Qual è il rapporto tra uomo e donna nella società indiana?
“In alcune parti dell’India il numero degli uomini supera quello delle donne, tanto che gli uomini ora hanno difficoltà a trovare le mogli e si verifica un processo di inversione dell’usanza della dote, che porta il padre della futura sposa a offrire regali o soldi alla famiglia dello sposo, in particolare nelle zone rurali del nord dell’India. Viviamo in una società in cui la maggior parte degli uomini concepisce la donna solo in due modi: madre, casalinga, sempre d’accordo con il marito e macchina da riproduzione oppure il ruolo sensuale e provocante rappresentato nel cinema e nella televisione indiani. Quando un uomo incontra una donna che non si adatta a nessuna delle due categorie, è confuso e incapace di condividere lo spazio senza violare la dignità altrui. Questa inadeguatezza è molto radicata e deriva anche dalla separazione tra bambini e bambine, ragazzi e ragazze, che non contribuisce certo a creare opportunità di conoscenza e confronto con l’altro. In più purtroppo, le donne, una volta madri, perpetuano la stessa mentalità, dicono alle loro figlie di non vestirsi in modo particolare, che non possono sposare chi vogliono, a rischio della vita o della separazione dal marito “scelto”, regole che non vengono applicate ai figli maschi. Si tratta di un atteggiamento misogino che deve essere affrontato in modo attivo e continuo, attraverso la formazione, la scolarizzazione e un’istruzione fondata sull’uguaglianza. Non parlo solo della parità di genere, ma di uguaglianza di tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro casta, colore della pelle, religione, nazionalità o reddito”.
Quali le leggi sul tema?
“Le leggi in India stanno cambiando, ci sono progetti di legge che definiscono lo stupro come genere neutro. Tuttavia, la sua definizione deve cambiare. La definizione di stupro come solo peno-vaginale non tiene conto dei casi molti di violenza sessuale con altri mezzi (peno-anale, con le dita o con oggetti di vario genere). Inoltre, lo stupro coniugale non viene contemplato né nella definizione di stupro, né di violenza sessuale.
La pratica arcaica del “test delle due dita”, condotta da un medico legale attraverso l’inserimento di due dita nella vagina per stabilire se lo stupro ha avuto luogo, non è stata vietata ed è ancora condotta per determinare se la persona è “abituata al sesso“. In caso lo fosse, viene annullata la possibilità che lo stupro sia avvenuto. Mentre lo stupro deve essere inteso come violazione del consenso e se una persona è “abituata al sesso” o meno deve essere considerato un elemento irrilevante. Sta cambiando anche la legge per mettere al bando i test di determinazione del sesso durante la gravidanza, ma quello che ci serve non sono solo delle leggi più severe, bensìl’attuazione di tali leggi da parte degli organismi competenti. Tutte le leggi sono inutili senza un corpo governativo che le faccia rispettare. La maggior parte degli autori di violenza non vengono puniti e questo lancia un messaggio molto sbagliato alla società. La consegna alla giustizia dei colpevoli e le indagini su crimini efferati sono così lente, mentre la cultura della colpevolizzazione della vittima è così forte, che molte donne hanno paura di denunciare i crimini subiti”.
Cosa fare per aiutare le donne in India?
“Professionalmente, aiuto le donne in India, lavorando nel settore dello sviluppo e con varie organizzazioni che credono nell’uguaglianza e che diffondono questo importante messaggio nelle scuole. È fondamentale condividere con i giovani questi valori in modo che crescano e diventino individui responsabili. Ho aiutato le donne in India, me inclusa, facendo parte delle proteste che hanno avuto luogo in seguito ai tremendi episodi di violenza ed esprimendo la mia disapprovazione insieme a molte altre persone che credono che tali violenze siano vergognose. Insieme a quattro miei amici abbiamo lanciato una petizione, che abbiamo presentato alle commissioni governative competenti e che mette in evidenza ciò che deve essere cambiato e il modo in cui si può cambiare. Il comitato ha presentato le proprie raccomandazioni alle autorità interessate in India. Ci siamo anche confrontati con un membro del Parlamento di East Delhi e condiviso le nostre idee e soluzioni con lui. Le organizzazioni internazionali possono aiutare le donne in India con la creazione e lo sviluppo di programmi dedicati ai bambini che si concentrino sull’eguaglianza e la parità dei diritti, e contemporaneamente lavorando con gruppi di donne, uomini e leader di comunità che possono contribuire alla diffusione della conoscenza in materia di diritti costituzionali e legali delle donne. Questi sforzi è necessario che vengano sostenuti dalle autorità ed è necessario lavorare con il governo affiancandolo nella progettazione di campagne di sensibilizzazione, d’informazione e formazione. SOS Villaggi dei Bambini India gestisce una vasta gamma di programmi nati per rafforzare la posizione sociale delle donne e favorire l’istruzione e la formazione professionale delle donne e delle bambine in India” conclude Ishita Kaul.