L’enciclica ecologista del Papa: “Ascoltiamo la voce della Terra e dei poveri”

Per risolvere la crisi ambientale che sta vivendo il pianeta serve un approccio integrale, una «conversione ecologica» che metta in discussione il modello di sviluppo e contrasti allo stesso tempo, insieme all’inquinamento e al riscaldamento globale, anche la povertà, aiutando i Paesi meno sviluppati a migliorare le loro condizioni. Bisogna «integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei poveri». È quanto emerge dalla bozza della nuova enciclica di papa Francesco Laudato si’. Un testo di 191 pagine diviso in sei capitoli composti da 246 paragrafi. Questi sono i concetti chiave contenuti nel testo non ancora definitivo, che mostrano comunque quale sia l’approccio del Pontefice, che vede il rischio per il pianeta di «trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia».  
 
Il riscaldamento climatico 
La bozza si sofferma sul «preoccupante riscaldamento del sistema climatico» e sulla necessità di mettere in pratica, con il coinvolgimento di tutti, politiche per ridurre «drasticamente» le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas inquinanti. Si parla della «povertà di acqua pubblica» che colpisce in particolare l’Africa e non è una risorsa da trasformare in «merce soggetta alle leggi del mercato». Tra i «polmoni del pianeta» da salvaguardare, vengono citati «l’Amazzonia e il bacino fluviale del Congo», insieme con le «grandi falde acquifere e i ghiacciai». 
 
I vertici mondiali senza risposte 
La «tecnologia basata sui combustibili fossili» va «sostituita progressivamente senza indugio». I «vertici mondiali sull’ambiente degli ultimi anni non hanno risposto alle aspettative», i progressi sui cambiamenti climatici e la riduzione dei gas serra «sono deplorevolmente molto scarsi», anche «a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale». Ma le politiche per contrastare l’inquinamento non vanno fatte pagare ai Paesi più poveri, che «hanno meno possibilità di adottare nuovi modelli di riduzione dell’impatto ambientale». 
 
No alla riduzione delle nascite 
«Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità». E ci sono «pressioni internazionali» sui Paesi poveri che «condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di “salute riproduttiva”». Il Papa osserva invece che «la crescita demografica è pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidale». Il problema è di distribuire meglio le risorse e non sprecare il cibo. 
 
Critica alla finanza 
Se il testo diffuso sarà quello poi effettivamente pubblicato, l’enciclica conterrà una forte critica al sistema economico-finanziario: «I poteri economici continuano a giustificare l’attuale sistema mondiale, in cui prevalgono una speculazione e una ricerca della rendita finanziaria». E «qualunque cosa che sia fragile, come l’ambiente, rimane indifesa rispetto agli interessi del mercato divinizzato, trasformati in regola assoluta». A proposito della crisi finanziaria afferma: «Il salvataggio a ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza» che potrà solo generare nuove crisi. 
 
La tecnocrazia 
Dopo aver detto che scienza e tecnologia «sono un prodotto meraviglioso della creatività umana», si mette però in guardia dal potere che si trova nelle mani dell’uomo: l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso Dna e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere». E «danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano». «La finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale. In alcuni circoli si sostiene che l’economia attuale e la tecnologia risolveranno tutti i problemi ambientali». «Il mercato da solo però non garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale». 
 
Decrescita 
Di fronte a questa situazione, la cultura ecologica «dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma a una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico». Francesco sostiene la necessità di «una coraggiosa rivoluzione culturale». «Nessuno vuole tornare all’epoca delle caverne, però è indispensabile rallentare la marcia per guardare la realtà in un altro modo», accettando «una certa decrescita in alcune parti del mondo», che permetta di procurare risorse da impiegare per una crescita sana in altre parti del pianeta. 
 
No all’aborto  
Nella bozza viene criticato l’atteggiamento di quanti si battono per i diritti delle piante e degli animali ma non difendono la vita umana. «Dal momento che tutto è in relazione, non è neppure compatibile la difesa della natura con la giustificazione dell’aborto». «D’altro canto, è preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l’integrità dell’ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi princìpi alla vita umana. Spesso si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi. Si dimentica che il valore inalienabile di un essere umano va molto oltre il grado del suo sviluppo». 
 
Luci e ombre degli Ogm 
Sugli Ogm la bozza appare prudente, ed «è difficile dare un giudizio generale», anche perché «le mutazioni genetiche sono state e sono prodotte molte volte dalla natura stessa. Nemmeno quelle provocate dall’essere umano sono un fenomeno moderno». I cereali transgenici hanno aiutato alcune regioni del mondo. Gli aspetti negativi sono «la concentrazione di terre produttive nelle mani di pochi» e «lo sviluppo di oligopoli nella produzione di sementi». 

La concezione cristiana del Creato
  
Il testo anticipato contiene anche un intero capitolo dedicato alla creazione nella Bibbia, dove viene presentata la concezione cristiana del Creato, da coltivare e custodire ma non da depredare. A questo proposito, si afferma che «la coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini», a partire dalla vita di ogni giorno. L’enciclica, se sarà confermata questa versione, valorizza i movimenti dal basso di coloro che si mettono insieme per cercare di cambiare le cose, come hanno fatto ad esempio i movimenti di consumatori che invitano a scegliere aziende che producono in modo sostenibile con un’attenzione al lavoro umano e all’ambiente.