Da alcuni anni la Caritas diocesana Sorrento–Castellammare di Stabia organizza campi estivi in Albania. Attraverso le parole della canzone “Life is sweet” proveremo a farvi capire cosa sono, perché è bello partecipare e come comportarsi in caso di decisa partenza.
“Life is sweet”. Se deciderete di partire per un campo estivo in Albania, questa canzone dell´insolito trio Fabi-Silvestri-Gazzè non potrà mancare nella vostra playlist. Perché? E cosa sono i campi in Albania? Andiamo con ordine.
La Caritas diocesana Sorrento–Castellammare di Stabia (alla quale noi abatesi apparteniamo) ha organizzato anche quest´anno, in collaborazione con la Pastorale Giovanile, dei campi per ragazzi e adulti. Qualcuno li chiama ´campi di volontariato´, altri ´campi per la pace´ o ancora ´campi di solidarietà´. Il nome conta poco: in Albania si va per fare un´esperienza dalle mille sfaccettature, che fa comprendere quanto la vita possa essere “sweet” anche in un paese che sta cercando di ricostruire la propria identità.
Quest´anno la Caritas ha organizzato tre campi, in tre città e in tre periodi differenti:
• dall´1 all´11 luglio a Valona;
• dal 2 al 13 agosto a Tirana;
• dal 19 al 29 agosto a Durazzo.
Così come cambiano date e luoghi, cambia anche il posto in cui si viene ospitati e le attività in programma. Dall´animazione con bambini e ragazzi, alle visite in case famiglia e orfanotrofi; dal lavoro con gli anziani, ai giochi con persone diversamente abili; dal mare, alle gite in città. E tanto altro ancora.
Per tutte le informazioni a riguardo ci si può recare in Caritas (via San Bartolomeo, Castellammare di Stabia) e chiedere alle responsabili Flora Santaniello e Giovanna Cannavacciuolo.
Si può seguire lo stesso procedimento per le iscrizioni, il cui termine è fissato il 30 giugno. Il costo del campo è di € 150,00 per coprire parte delle spese di viaggio; il resto sarà a carico della Caritas.
Gli altri dettagli sono consultabili qui.
Vi sono attività per diverse attitudini e interessi, dunque, ma tutte hanno un comune denominatore: aiutare ad aiutarsi, in formula reciproca. Per ogni aiuto ad aiutarsi se ne riceverà un altro in cambio, un dono che a parole è davvero difficile spiegare.
Come lo si può comprendere? Chiedendo a chi è già partito, o decidendo di partire.
Noi, proprio attraverso alcune parole della sopra citata “Life is sweet”, cercheremo di fornirvi poche istruzioni per l´uso, con lo scopo sia di aiutare chi ha già deciso di andare in Albania leggendo solo i paragrafi precedenti, sia per far venire la voglia di partire a tutti gli altri.
Disteso sul fianco passo il tempo, […] cambiando prospettive cerco di capire il verso giusto, il giusto slancio per ripartire.
Perché si parte? In genere, la scelta di partire scaturisce da due polarità opposte: “Ma chi me lo fa fare?” e “Sì, sembra fantastico, voglio andare!”. L´incoscienza e la troppa euforia.
La domanda giusta, però, è un´altra: “Perché si dovrebbe partire?”. Non esiste una risposta oggettiva. Si parte per mettersi alla prova, perché si ha voglia di staccarsi dal proprio mondo, perché si ha paura di fare o di essere troppo poco; o al contrario si parte con un amico, per un viaggio insolito, o ancora perché si ha voglia di fare nuove amicizie. Si può partire con la mente sgombra, o per sgomberarsela. Si può partire per conoscere la storia di un paese martoriato da guerre e occupazioni. Si può partire per sentirsi parte della storia o per sfuggire da quella che si ha a casa propria.
Questa partenza è la mia fortuna, un orizzonte che si avvicina. […] E intanto aspetto che il fango liberi le mie ruote, che la pianura calmi la paura.
Cosa succede quando si arriva? Non vogliamo ´spoilerare´ tutto, è bene partire senza conoscere troppo e, soprattutto, senza avere troppe aspettative. Vivere tutto con la bellezza della prima volta ha sempre un sapore più dolce. Una cosa, però, è lecito dirla: all´inizio il sapore sarà amaro. È possibile che anche piccoli intoppi come aver dimenticato il pigiama a casa sembrino insormontabili, e che la voglia di tornare per infilarselo il pigiama e mettersi sotto le coperte del proprio letto prenda il sopravvento. Non lasciarti intimorire: non è tutto qui.
Continuare per questi pochi chilometri sempre pieni di ostacoli e baratri da oltrepassare, sapendo già che fra un attimo ci dovremo di nuovo fermare.
Imparare a contare sulle altre persone, i compagni di viaggio, anche se fino a poco prima erano esseri sconosciuti, è necessario per assicurarsi di poter contare su sé stessi. Godersi le pause dopo giornate felicemente interminabili aiuta a ricaricare non poco le batterie.
E continuare non è soltanto una scelta, ma è la sola rivolta possibile.
Imparare a conoscere gli ´amici albanesi´ placherà qualche paura, ma ne farà scaturire qualche altra. Nuovi paesaggi che sembrano luoghi già vissuti, mura che hanno visto di tutto, occhi che parlano la tua stessa lingua. Nasce così la voglia di non smettere di aiutare e di farti aiutare.
Da qui passeranno tutti o non passerà nessuno, con le scarpe nelle mani, in fila ad uno ad uno. Da qui passeranno tutti fino a quando c´è qualcuno, perché l´ultimo che passa vale come il primo.
Il senso è tutto qui. Tu, un altro italiano, il tuo nuovo amico albanese: non c´è differenza. Nessuno saprà mai dire chi ha aiutato chi, ma forse tutti aspetteranno un´altra Albania per potersi rincontrare.
Qualcuno conserverà il disgusto dei primi giorni e non vorrà più tornare, qualcun altro piangerà perché non vorrebbe più andare via. Altri, invece, si prenderanno anche la bellezza del ritorno.
Insomma, l´Albania non è solo cose belle, è fatica, è sudore, è lacrime non sempre per l´emozione, è sopportazione, è continuo mettersi alla prova, è coraggio di farsi aiutare. E tanto, tanto altro ancora.
Basta l´occorrente giusto per partire, viverla e portarsi a casa il bene e il male.
Tempo, un pizzico di incoscienza, paura, fiducia, scelta, sé stessi: non dimenticate nulla, siete pronti per partire… o per farvene venire voglia. Life is sweet!