Le radici bibliche dell'uscire

L’immagine della Chiesa in uscita, ampiamente utilizzata da papa Francesco, e’ stata trattata nell’incontro di formazione del 2 gennaio 2018, nella nostra sede, dal Prof. L. Santopaolo, docente di Ebraico Biblico alla facoltà di Teologia dell’Italia Meridionale.          
Varie sono le sfaccettature grazie alle quali si può analizzare l’immagine di “Chiesa in uscita”.           
Il verbo uscire, nell’accezione comune e’ un termine limitato; invece, nel discorso biblico, assume una condizione di movimento, come presupposto fondamentale che non riguarda solo l’uomo, ma anche la natura. Muoversi genera vita. Questa dimensione vitale è presente in Dio che incontra Abramo non all’arrivo, ma lungo la strada rivelandogli il senso del suo cammino. Lo scopo è mettersi in movimento perché tutto ciò che è stasi, anche una fede che non si rinnova mai, è segno e simbolo di qualcosa che non va. La fede deve crescere, deve maturare. Il rischio è che, nei nostri contesti ecclesiali, tendiamo a chiuderci in gruppi all’interno dei quali girano le stesse persone, con le stesse idee, senza aprirsi al nuovo. Nel nostro quotidiano cerchiamo un rapporto con Dio attraverso la Parola, ma spesso rischiamo di cadere nell’incoerenza. Aprire la Bibbia per cercare una “giustificazione” alle nostre azioni, dando un’interpretazione personale a ciò che leggiamo, è un comune errore. Comprendere la Parola vuol dire CONTESTUALIZZARLA: porsi delle domande tenendo presente il luogo, il tempo e la società dell’epoca.
“UN TESTO SENZA CONTESTO E’ SOLO UN PRETESTO!”
Lo stesso Gesù è cambiato durante la sua vita terrena: è nato bambino ed è morto adulto. Camminare insieme é aprirsi all’altro, uscire dall’egoismo che ci mantiene “chiusi” in noi stessi, per raggiungere la vera prospettiva della fede cristiana.
Dio cammina con il suo popolo: non impone, non costringe, ma custodisce indicando la via.