Carissimi Confratelli,
in questo momento di particolare difficoltà per il nostro paese e per il mondo intero, come Caritas Diocesana, uniti al nostro Vescovo Francesco, sentiamo la necessità di condividere con voi alcune riflessioni e alcuni suggerimenti utili per ognuno di voi e per le vostre Caritas Parrocchiali perché non siano ancora i più poveri a pagare il prezzo più caro di questo momento storico.
“L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci pone di fronte a nuove necessità, rischiando di minare proprio quella che è la principale caratteristica del nostro agire: “tessere relazioni e curare le ferite dell’anima e del corpo”.
Siamo tutti consapevoli che si ha timore di incontrare le persone, in modo particolare i poveri, i migranti, i senza fissa dimora, i tossici, i detenuti… perché in essi molti vedono un agente del contagio.
È fondamentale, invece, non vedere essi come degli untori, ma fratelli che proprio in questo periodo in cui tutti si chiudono in sé stessi, hanno ancora più bisogno di qualcuno che li ascolti e li aiuti, pur con tutte le attenzioni e precauzioni.
Purtroppo ci troviamo in una situazione del tutto nuova che mette a dura prova non solo i Medici e gli infermieri ma anche NOI che operiamo nel campo dell’incontro, dell’accoglienza, dell’ascolto, dell’accompagnamento, della cura cioè in luoghi di frontiera.
Le nostre opere Diocesane e Parrocchiali: “il dialogo personale, i centri di ascolto, le mense, l’accoglienza dei migranti, l’emporio, i centri di distribuzione di alimenti e vestiario, le docce, le lavanderie, l’attenzione ai Bambini di queste famigli in difficoltà, gli anziani soli “NON POSSONO CHIUDERE “.
E’ ovvio che per continuare questi servizi di Carità è necessari e doveroso pensare di cambiare alcune procedure operative e utilizzare tutti i mezzi che abbiamo imparato a conoscere affinché l’azione caritativa sia più vicina alle esigenze di chi soffre e si svolga in modo sicuro per tutti noi: sacerdoti, operatori della carità, volontari, persone di buona volontà.
Alla luce di ciò, gli operatori della Caritas diocesana confrontandosi con gli ultimi provvedimenti del Governo, con altre Caritas, e con la Caritas Italiana, hanno predisposto “una nota con una serie di consigli su come organizzare i servizi nei diversi centri”.
Raccomandazioni utili per i servizi per questa grave emergenza.
1. Centro di Ascolto:
- Si comunichi, con ogni mezzo il numero di telefono utile dove chi ha dei bisogni possa chiamare e possa trovare una persona attenta, capace di ascoltare e aiutare a uscire dalle solitudini e, dove è possibile, mettere in atto azioni concrete di aiuto con varie modalità da sperimentare da luogo a luogo.
2. Mense:
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- Non fare i pasti da consumarsi in sala, (luogo di grande contatto tra persone ) ma distribuire buoni e nutrienti panini, con frutta e acqua in luoghi e nelle modalità che non ci sia affollamento.
- Dare dei buoni spesa ( come sta facendo qualche comunità ).
3. Il Centro di accoglienza notturno “Madre Teresa “della Caritas Diocesana.
Per motivo di sicurezza l’accoglienza continua ma in forma ridotta per lasciare maggior spazio di sicurezza alle persone accolte, che dopo il decreto di ieri presentato dal Presidente del Consiglio, non possono entrare e uscire ma devono rimanere in CASA come ogni cittadino.
4. “Il Ponte “( Sorrento )
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- Continua l’accoglienza con regolarità, dando tutte le informazioni di sicurezza e di stile di comportamento sia agli adulti che hai ragazzi.
- Anche loro devono stare in casa e la Caritas insieme alla Parrocchia della Cattedrale metterà presto in campo delle modalità per seguire la numerosa comunità familiare dei fratelli Sudanesi per un loro attivo coinvolgimento per l’osservanza delle norme di igiene personale e della struttura di accoglienza e di una maggiore attenzione per questo momento difficile e pericoloso anche per loro.
5. L’Emporio di via Annunziatella 23/b , C.mare
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- Rimane regolarmente aperto, per le famiglie delle comunità Parrocchiali che hanno firmato la convenzione famiglie sempre più in crescita ) nei giorni stabiliti e i volontari responsabili applicano le norme igieniche e di prevenzione in vigore già per i negozi.
6. I centri di sostegno e di distribuzione alimenti (è questo un servizio in crescita in molte zone poiché crescono le richieste).
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- Chiedere dei contributi economici alle persone, sperimentare la condivisione e il senso di comunità e con questi aiuti le Caritas Parrocchiali aiutino le famiglie a pagare le bollette dell’Enel e della Gori, i fitti in questo momento dove molti hanno perso il lavoro o sono stati temporaneamente sospesi dallo stesso lavoro.
- Poter dare alle persone più povere degli alimenti necessari per il quotidiano con le dovute cautele e nel rispetto delle modalità consigliate (le persone “singolarmente possono muoversi da casa per prendere viveri o alimenti necessari).
7. GLI ANZIANI: (persone sempre più sole e a rischio maggiore)
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- promuovere quelle forme di carità della “porta accanto” (carità di condominio con giuste difese)
- Trovare la possibilità di portare i viveri agli anziani soli che non possono uscire. Naturalmente con volontari che hanno ricevuto un permesso dalle autorità cittadine di vigilanza e munite di Autocertificazione (modulo che si può scaricare dal Sito del Ministero degli interni).
- Telefonare alle persone che sono proprio sole per parlare con loro, ascoltarle e incoraggiarle.
- Trovare mezzi tecnologici utili per comunicare momenti di preghiera.
Questo è quanto ci sentiamo di comunicare in questo momento di emergenza inattesa però è necessario prepararsi che dopo questa fase molte famiglie busseranno alle porte delle nostre comunità e delle nostre Caritas perché ci sarà maggiore povertà che provocherà grandi problemi sociali.
Spero che quest’emergenza finisca al più presto e ci insegni a mettere sempre tutto nelle mani di Dio, che è l’unico Signore e padrone della Storia.
Auguro a voi ed alle comunità tanta forza e serenità nell’affrontare il momento presente in modo da poter riprendere la vita, le attività con maggiore slancio e più consapevolezza.
Restiamo uniti nella comune e attuale preghiera del Padre Nostro: “… liberaci dal MALE” e insegnaci ad AMARE.
La Caritas Diocesana
C.mare, 13.03.2020
- Non dimentichiamo nelle nostre preghiere e nei nostri pensieri milioni di Migranti:
- I tantissimi che circolano in Italia perché abbandonati dalle istituzioni;
- I poveri che scappano dalla Nigeria e dai terroristi in Mali;
- Le persone che da anni fuggono da infinite guerre in Sudan;
- I Tunisini che non sopporto più pesanti legislazioni che violano ogni diritto;
- I molti repressi dell’Afghanistan;
- Profughi Siriani bombardati e spesso ostaggi della Turchia e della Grecia;
- Migliaia di profughi nei campi della Giordania, dell’Etiopia, in Libano, in Libbia… che subiscono violenze …
Milioni di persone e di bambini che incontrano divieti, muri, fili spinati, violenze, morte e che oggi per il “ CORONAVIRUS “ non esistono più, son invisibili… Sono i Crocifissi del nostro tempo.