Ora guardiamo oltre…

“Da quando siamo in Caritas abbiamo scoperto che c’è un altro mondo oltre a quello in cui abbiamo sempre vissuto noi. Ora guardiamo oltre e ci rendiamo conto delle innumerevoli sfumature.”

È con queste parole di noi ragazzi del servizio civile che si conclude il percorso di formazione sull’immigrazione, costituito da due incontri preliminari teorici e un incontro con una famiglia di immigrati accolti attraverso i Corridoi Umanitari nel centro di accoglienza diocesano “Il Ponte”.

Ognuno di noi si è sentito notevolmente fortunato ad aver avuto l’opportunità di vivere un’esperienza così forte. Forza è il sentimento chiave che ha colpito tutti quanti durante l’ascolto delle storie di queste persone che raccontano di viaggi lunghi e in condizioni di estrema difficoltà, che però sono riusciti ad affrontare, giungendo alla destinazione in cui speravano: la libertà.

Abbiamo incontrato una famiglia composta da molti bambini di età diverse e siamo rimasti sorpresi dalle informazioni sulla loro integrazione qui in Italia. In breve tempo hanno imparato l’italiano e conseguito ottimi voti a scuola, inoltre la maggior parte di loro è stata in grado di esprimere e coltivare una passione personale, mostrando anche un certo talento.

Abbiamo conosciuto anche altri due giovani ragazzi, purtroppo separati, per motivi diversi, dalle loro rispettive famiglie.

Del più piccolo abbiamo ascoltato con sorriso il leggero accento napoletano e del più grande ci ha stupito il suo evidente potenziale per stare al mondo esattamente come un cittadino italiano, questo ha suscitato in noi anche un po’ di rabbia, collegando ciò che ormai avevamo appreso sulla legge italiana grazie alle giornate precedenti. Ci siamo sentiti impotenti, poiché la situazione delle persone che arrivano da diversi paesi non è mai di facile risoluzione, tuttavia adesso sappiamo che anche un nostro piccolo aiuto può essere un mattoncino utile per la costruzione di una casa calda e accogliente. I ragazzi sono tutti molto giovani e molto allegri ed evitano di entrare nei dettagli dei loro viaggi, ma per noi è stato un onore ricevere la loro condivisione.

Il secondo momento della giornata è stato un vero e proprio scambio culturale. Abbiamo assaggiato cibi tipici della loro terra cucinati per noi, abbiamo indossato i loro vestiti e abbiamo danzato sulle note musicali delle loro canzoni preferite.

Abbiamo appreso quanto possa essere scorretto credere agli stereotipi in quanto ogni paese ha la sua cultura e le sue tradizioni, esattamente come accade in Europa e in Italia.

 

Questi incontri ci hanno aiutato a metterci nei panni degli altri, un giorno potremmo essere noi o i nostri figli così come in passato sono stati i nostri bisnonni, è importante comprendere come aiutarsi l’un l’altro nei momenti di difficoltà possa essere l’unica scelta degna e umana.

Bisogna sempre ricercare il miglioramento della propria condizione, ma ancor di più essere grati, intanto, per i privilegi che si hanno rispetto ad altre persone che semplicemente non hanno avuto la nostra stessa fortuna.

 

È la stessa gratitudine che ha permesso a queste persone di vincere la propria condizione, imparando dal dolore e migliorando in tutti gli aspetti della loro vita.

La felicità dipende anche e soprattutto da come reagisci a ciò che ti accade e queste persone meritano e hanno la nostra piena stima per aver scelto con responsabilità la strada della speranza.

Eleonora, Alessia, Sara, Daniele, Marco, Vincenzo.