Il valore di Sarajevo

Giovedì 27 ottobre, nei locali del centro pastorale Don Antonino Buonocore della Parrocchia dei Santi Ciro e Giovanni di Vico Equense, noi del gruppo educatori che abbiamo vissuto l’esperienza estiva a Sarajevo, abbiamo incontrato Don Mimmo Leonetti Direttore della Caritas e Suor Rossella.

Una serata per tracciare un resoconto del cammino appena percorso, nello scorso mese di agosto. Nonostante siano passati due mesi, è stato un bellissimo esercizio di memoria, a ricordare i tanti momenti di grazia vissuti. Con diverse defezioni dovute ai trasferimenti fuori città per studio e lavoro, noi reduci ci siamo confrontati ed abbiamo cercato singolarmente di spulciare il nocciolo di questa settimana estiva trascorsa insieme. Ne è uscito fuori un racconto fatto di emozioni e sensazioni differenti, tutte con lo stesso comun denominatore: lo stupore per le storie di tanti volti di fratelli che provano a raggiungere un futuro migliore.

Un percorso non facile da metabolizzare, fatto di tante impressioni come un saliscendi di una giostra. Un’esperienza che ti lascia il segno. Ti forma, ti aiuta, ti cambia.

(Enrico Di Palma)

 

Ho accolto l’invito con entusiasmo, dentro di me sentivo l’esigenza di non dimenticare. È stata un’occasione infatti per raccogliere i frutti di quei dieci giorni vissuti intensamente, giorni che necessitavano un periodo di riflessione più ampio.

Nel momento in cui ci è stata data parola avevo in mente una marea di pensieri, aneddoti, emozioni, sapori e odori da descrivere e avrei potuto parlarne per ore senza stancarmi. Così, come se dentro mi si fosse aperto un grande vaso di Pandora, ho iniziato a raccontare delle sensazioni che mi hanno accompagnato durante l’intero cammino, iniziando dal momento in cui ho preso la decisione di partire. Ero molto motivata a intraprendere questo viaggio, non avevo mai vissuto esperienze simili prima di allora e quando ho comunicato a familiari e amici che sarei andata a Sarajevo come volontaria in un campo profughi mi sono sentita dare della matta e dell’incosciente. Come ho sottolineato durante l’incontro, sono partita come una pagina bianca, ignara di quello che avrei vissuto ma con tanto entusiasmo e voglia di sentirmi riempita.

Ci siamo sentiti così fortunati e così ingrati per le vite che conduciamo, è bastato cambiare punto di vista, ascoltare una voce differente, per farci rendere conto di quanto sia preziosa la vita e quanto nulla sia scontato. Vedere ragazzi della nostra età provati nel fisico e nell’anima per viaggi disumani a piedi o con mezzi di fortuna durati anni ci ha donato molta più consapevolezza.

È incredibile come il valore di questo viaggio ci sembri molto più chiaro ora che non al momento del nostro ritorno alla quotidianità. Riguardando il percorso fatto, grazie anche alla sapiente guida di Don Nino e alla multiculturalità della città di Sarajevo che ci ha fatto da sfondo, è stato davvero un cammino spirituale in cui ci siamo riscoperti tutti fratelli, un cammino nel quale abbiamo visto tanta luce, siamo tornati arricchiti, riempiti.

E nonostante al nostro ritorno sia stato difficile far fruttare questa esperienza nella vita di tutti i giorni, si è fatta spazio in ognuno di noi una gran voglia di lavorare sullo stupore e la riconoscenza per le piccole cose, guardare con più attenzione la vita intorno a noi, avere più coscienza e più rispetto per gli altri e per ciò che ci circonda.

Posso affermare che questa sia stata sicuramente una delle esperienze più belle vissute in vita mia, io e i miei compagni siamo grati e riconoscenti di aver potuto vivere questa avventura e speriamo che dopo di noi altri giovani possano ripeterla.

(Valentina Falanga)

 

Quella di Sarajevo è stata un’esperienza così intensa che ha bisogno di tempo per essere metabolizzata, per questo, quando abbiamo avuto modo di rivederci, le parole da condividere erano ancora tante. Ognuno di noi ha colto spunti e stimoli diversi, ma tutti noi ritorniamo spesso a quei momenti e continuiamo a porci nuove domande. Siamo molto grati di aver avuto l’opportunità di vivere un’esperienza forte che continua a parlare alle nostre vite.

(Anna Vanacore)

 

L’incontro con Don Mimmo e Suor Rossella ci ha fatto rivivere tutti i ricordi, le emozioni e le paure che ci hanno accompagnato durante il viaggio a Sarajevo.

Il trascorrere del tempo ci ha permesso di approfondire i sentimenti che abbiamo provato e di essere consapevoli di ciò che abbiamo vissuto. Ognuno di noi ha incastrato nel proprio cuore uno sguardo, un gesto, una frase, un attimo vissuto con quei ragazzi.

La ri-condivisione di questi attimi ci ha fatto capire quanto siamo fortunati e al contempo superficiali, nel veder sorgere il sole, nell’avere una famiglia che ci ama incondizionatamente, di esser nati nel posto “giusto”. La fortuna non è scontata, bisogna rendersi conto di quello che si ha.

(Marialuisa Pauroso)