Condividiamo gioie e dolori, camminiamo insieme, siamo insieme Chiesa, Comunità. Siamo un cantiere e il nostro Architetto, Dio, lavora con noi.

Siamo poveri!

Oggi 13 novembre celebriamo la VI Giornata Mondiale dei Poveri che, come dice Papa Francesco nel suo messaggio, è una sana provocazione per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente.

Noi come Caritas Diocesana abbiamo decantato questo giorno venerdì 11 novembre con il “Sinodo dei Poveri” che ha visto riuniti insieme i nostri amici più bisognosi, i volontari, gli operatori, il direttore della Caritas, alcuni sacerdoti di Castellammare insieme al nostro Vescovo.

“Vogliamo condividere con voi gioie e dolori. Vogliamo comprendere sempre meglio le vostre vite per camminare insieme. Vogliamo sempre più ascoltarvi per sentire in noi le vostre sofferenze che tante volte la nostra società non comprende. Vogliamo essere insieme Chiesa, Comunità, per essere uomini viventi che danno gloria a Dio. Siamo un cantiere e il nostro Architetto, Dio, lavora con noi.” – queste le parole del direttore Don Mimmo che hanno dato inizio all’incontro.

Commoventi, coinvolgenti, sono stati gli interventi dei nostri amici che con estrema fiducia si sono raccontati con semplicità e senza filtri.

Come Raffaele che ha narrato la gioia di essere sempre stato accolto con amore in Caritas, fino a sentirsi trattato come “un re”. Gaetano che considera la Caritas come sua seconda famiglia nella quale si è sempre sentito accolto come un fratello nella speranza di essere anche lui un buon fratello.

La condivisione della ricchezza della fede che nonostante la durezza della vita ha dato forza ad Anita di rinvenire da situazioni difficili.

La presa di coscienza da parte di Gennaro che dopo anni nei quali ha commesso reati, dopo anni che ha vissuto in detenzione, anni vissuti nella rabbia e nella cattiveria, con l’aiuto del Signore è rinato illuminato dalla Sua Presenza.

La sofferenza di Filomena per la perdita dei suoi due figli “belli come il sole”. La solitudine di Guglielmo, Salvatore che trovano nella Caritas il luogo nel quale incontrare amici, trascorrere momenti di gioia e convivialità.

Il coraggio di Giuseppe nel raccontare il momento buio che sta attraversando e il suo profondo desiderio di rinascita.

Anche alcuni volontari, operatori e ragazzi del servizio civile si sono susseguiti nel condividere il proprio sentire. È stato davvero un momento ricco di bellezza, di accoglienza, di dono reciproco. Tutti abbiamo donato parte di noi stessi.

A conclusione di questo momento di condivisione il nostro Pastore Don Franco ha posto una coperta sulle spalle del nostro amico Giuseppe. Quella coperta dice calore, protezione, cura e vuole esprimere il nostro desiderio di essere Chiesa che ascolta, che cammina insieme, che è attenta a tutti, in particolare a chi resta inascoltato e vive situazioni di fragilità.

Poi il Vescovo ha preso la parola: “Tutti abbiamo sperimentato la bellezza di ascoltarci. Quello che stiamo vivendo non è una favola, non è un sogno, ma è la realtà. Gesù è venuto qui a casa nostra. La casa siamo noi insieme. Abbiamo fatto esperienza di casa. Io vi ho ascoltato e ho pensato, questo è il cuore della città. Siamo il cuore della città che deve pulsare… Questo avviene se facciamo un po’ di spazio gli uni agli altri, questo è il segreto della vita… Nessuno è povero al punto tale da non poter mettere la mano sulla spalla dell’altro”.

La vicinanza verso chi soffre facendogli spazio deve divenire il modo di essere delle nostre comunità.

Non basta stare un momento con gli ultimi, bisogna accoglierli nelle nostre comunità. Dobbiamo fare posto ai poveri nella nostra quotidianità.

Siamo chiamati a rimboccarci le maniche e a mettere in pratica la fede, attraverso il coinvolgimento diretto di ciascuno nel proprio piccolo assumendoci le nostre responsabilità.

Questo atteggiamento trova la sua motivazione più forte nella scelta del Figlio di Dio che ha voluto farsi povero Lui stesso. Era Dio ed è stato tra noi il povero, il debole, il ferito, il calunniato, il prigioniero, il condannato.

“Non cessiamo mai di essere in tutto poveri, fratelli dei poveri, compagni dei poveri, siamo i più poveri dei poveri come Gesù, e come lui amiamo i poveri e circondiamoci di loro”. (Fratel Charles de Foucauld)

suor Rossella D’Aniello

https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/poveri/documents/20220613-messaggio-vi-giornatamondiale-poveri-2022.html