Oggi 24 gennaio 2023 si celebra la V Giornata Internazionale dell’Educazione, istituita dalle Nazioni Unite per sottolineare il ruolo essenziale dell’educazione nell’obiettivo di raggiungere la pace e lo sviluppo, per sensibilizzare l’opinione mondiale sulle emergenze educative e per sostenere un’istruzione inclusiva, equa e di qualità per tutti i cittadini del mondo.
L’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dichiara fondamentale il diritto all’istruzione elementare, che deve essere garantita a tutti, gratuita e obbligatoria. Un altro passo avanti si è avuto con la Convenzione sui diritti dell’infanzia, nel 1989, la quale stabilisce che i Paesi debbano rendere l’istruzione superiore accessibile a tutti. Con l’adozione dell’Agenda 2030, nel 2015, i Paesi Membri hanno riconosciuto che l’istruzione è fondamentale per lo sviluppo.
Le diverse crisi sanitarie, economiche, climatiche, che hanno colpito l’intero mondo, contribuiscono all’aumento di povertà, al venir meno dei mezzi e dei finanziamenti per l’istruzione e all’abbandono scolastico delle popolazioni e delle fasce sociali già in difficoltà.
Il tema di questa V Giornata internazionale dell’educazione è: Investire nelle persone, dare priorità all’istruzione. L’istruzione deve avere la priorità per accelerare il progresso verso tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile, viste le crescenti disuguaglianze e la crisi climatica.
“Non può esserci sviluppo umano integrale senza educazione”, ha detto Papa Francesco nel ricevere i Volontari dell’Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo (O.P.A.M.), il 23 gennaio 2023. Il Santo Padre ha ripreso la Populorum Progressio con le parole di San Paolo VI – «L’educazione di base è il primo obiettivo d’un piano di sviluppo. La fame d’istruzione non è in realtà meno deprimente della fame di alimenti» – e ha aggiunto: “il ‘sogno’ della Populorum progressio è lo stesso dell’Enciclica Fratelli tutti. È il sogno della Chiesa, o meglio, il sogno di Dio, che vuole un mondo in cui tutti possiamo vivere come fratelli e sorelle in piena dignità”.
L’UNESCO dedica, in quest’anno, la giornata alle donne dell’Afghanistan, private nuovamente del diritto all’istruzione dopo il ritorno dei Talebani e rinnova l’appello a ripristinare immediatamente il loro diritto allo studio. L’Italia si è unita all’iniziativa.
Per raggiungere il maggior numero possibile di ragazze e donne, l’UNESCO sta anche lavorando per fornire istruzione a distanza attraverso i media afghani, in particolare le stazioni radio visto che la radio è accessibile a più di due terzi della popolazione e ha il vantaggio di essere disponibile direttamente nelle case. Nulla però può sostituire l’aula scolastica, che è un luogo di integrazione sociale, dove si impara a vivere insieme, dove studenti e insegnanti partecipano al processo pedagogico.
Sono ancora tanti, troppi gli “anelli deboli” della nostra società evidenziati dalla Caritas nel 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale, tra questi c’è la povertà educativa. È necessario rendere forte questo anello debole ristabilendo l’educazione e investendo seriamente sull’educazione. È necessario riflettere sull’importanza dell’educazione come diritto per tutti e bene pubblico, anche nei Paesi più poveri ma non basta pensare all’istruzione, è necessario agire e finanziare politiche attive, tradurre gli impegni in azioni.
sr Rossella D’Aniello