Il giorno 1 e 2 luglio a Roma, a Casa San Juan, si è tenuto il Coordinamento Nazionale Immigrazione, numerose le Caritas che hanno partecipato. Anche questo, come ogni incontro, è stato espressione di speranza: tante persone, tanti volti amici, tante energie dello Spirito che vivono ricerca, desideri di conoscenza e condividono esperienze faticose di carità.
Don Marco ha voluto ricordare l’identità della Caritas attraverso l’art. 1 e 3 dello Statuto affermando che l’accoglienza degli immigrati fatta con cura e nell’ascolto costante è “Opera Segno”. Segno per i poveri che in questo servizio colgono l’amore di Dio per loro, segno per i cristiani perché espressione di fedeltà al Vangelo è segno per il mondo perché esprime ciò che sta a cuore alla chiesa e hai credenti. L’obiettivo ultimo è che si lavori con questo segno è che si lavori per il cambiamento della comunità civile e religiosa del territorio.
Subito dopo il responsabile del Servizio Immigrazione, Oliviero Forti, ha sintetizzato in modo mirabile e attento le politiche migratorie, le leggi, i numerosi decreti dall’agosto 2022, tutto il 2023 fino al 25 giugno 2024. Leggi e decreti confusi, contraddittori, pubblicitari, incongruenti, di grande impatto sociale sul “popolo” che ormai non ha più un areale informazione sulla realtà degli sbarchi, dei flussi, dei morti nel mediterraneo e delle reali sofferenze dei popoli scartati.
Una politica migratoria fatta di “molto rumore” senza alcun risultato, se non il disprezzo di chi bussa alle nostre porte. Possiamo definire con sofferenza tutto questo come “Una cronaca di un fallimento annunciato”.
A conclusione c’è stata la testimonianza di Mamadou Haidara che ha affrontato un duro e sofferto viaggio dall’Africa verso le coste siciliane con altri amici, storia che ha dato vita al film “Io capitano” di Matteo Garrone. Mamadou ci ha donato con la sua presenza un racconto della sua vita a Castelvolturno e a Caserta: vita di lavoro, di impegno civico, di lotta per la difesa dei diritti degli immigranti nel mondo del lavoro, di volontariato vissuto in Caritas che ha definito la sua “moglie”, tanto è stato il reciproco amore. Quella di Mamadou è la storia di un immigrato riuscito non da solo ma con fratelli e sorelle con cui ha condiviso un cammino di impegno.
I partecipanti
Don Mimmo Leonetti
sr Rossella D’Aniello
Avv. Chiara Parisi