Preghiera, digiuno e impegno per la pace


Papa Francesco, nell’ Angelus del 1° settembre scorso, è tornato ancora una volta a levare la sua voce contro ogni forma di violenza : «Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza».

 
Il Papa ha poi aggiunto: «Per questo, fratelli e sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno più opportuno, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà».
 
La Conferenza Episcopale Italiana ha rilanciato l’appello in tutte le diocesi, mettendo a disposizione suggerimenti e proposte.
 
Anche Caritas Italiana accoglie prontamente l’iniziativa e invita le Caritas diocesane, a partire proprio da quanto accade in Siria e in tutte le zone di conflitto, a una nuova stagione di impegno educativo e a proposte responsabilizzanti nella ricerca di nuovi percorsi di educazione alla pace, alla nonviolenza, alla mondialità. Accanto alla molteplicità di proposte reperibili sul sito della CEI, fornisce ulteriori spunti  per la  riflessione e  la  preghiera (.doc), liberamente adattabili, un manifesto, un resoconto della missione appena conclusa in Giordania e Terra Santa, un riepilogo della Campagna “La Siria grida pace” con gli interventi in atto nei vari Paesi e altro materiale utilizzabile per promuovere analoghe iniziative a livello locale. Rinnova in proposito l’appello ai donatori per continuare a sostenere i progetti avviati.
 
Ricordando che il conflitto in Siria è in atto da oltre due anni e mezzo, Caritas Italiana invita anche – nel solco del suo impegno decennale sul tema dei “conflitti dimenticati” – a superare la logica dell’emergenza e della transitoria rilevanza mediatica per prestare attenzione costante e continuativa alle troppe situazioni di conflitto più o meno latenti in atto nell’intero pianeta, che causano morte e sofferenza per milioni di persone e riflettere a livello personale e comunitario sulle cause che generano i conflitti.
 
Cogliendo poi l’opportunità della prima Giornata internazionale della carità, indetta dall’Onu per il 5 settembre (data della morte di madre Teresa di Calcutta) le Caritas sono invitate a pensare, proporre, rafforzare nei percorsi pastorali avviati in diocesi, esperienze  capaci di  diventare stile, scelta di vita, a livello personale, professionale, familiare. Esperienze in cui la pace, la solidarietà, la nonviolenza, la mondialità, non solo siano dichiarate, ma siano praticate.
 
Dal 24 al 30 agosto scorso una missione di Caritas Italiana – guidata dal Direttore, don Francesco Soddu – ha visitato le comunità che accolgono i rifugiati siriani in Giordania, come segno di vicinanza e di incoraggiamento a tutte le Caritas del Medio Oriente, a partire da quelle della Giordania e di Gerusalemme.
 
Caritas Italiana infatti ha sostenuto fin dai primi momenti della crisi le Caritas della Siria e dei paesi limitrofi, e ha lanciato una specifica campagna di sostegno. In coordinamento con la rete internazionale Caritas, sono stati messi a disposizione finora 550.000 euro alle Caritas di Siria, Giordania, Libano e Turchia per interventi di assistenza di base (viveri, vestiario, medicine), con attenzione anche al supporto psicologico-relazionale delle fasce più deboli. La sola Caritas Siria, che riesce ancora ad operare in sei regioni del paese, assiste migliaia di sfollati indipendentemente dal loro credo religioso, grazie alla collaborazione di molti volontari e di tutta le strutture della Chiesa attive nel paese.