DIARIO DI BORDO, 27 AGOSTO 2022 ORE 22.30
Nella giornata odierna, 27 agosto 2022, siamo partiti per un’escursione nella città di Srebrenica.
Siamo partiti insieme ad una comunità della Toscana, guidata da Don Stefano, referente della Regione Toscana per la pastorale giovanile, condividendo con loro questa esperienza!
Per raggiungere la nostra meta, siamo stati affascinati immediatamente dalla bellezza dei paesaggi che abbiamo incontrato sulla nostra strada: montagne, colline e paesaggi rurali che ci hanno fatto ancora di più amare una terra ricca e fiorente che è la Bosnia, che non riesce però a sfruttare le potenzialità del territorio a causa delle fratture che ancora oggi dividono il paese.
Arrivati in città, una cittadina piccola e rurale, siamo stati subito impressionati dal memoriale, una lunga distesa di 8372 lapidi bianche di uomini e donne di religione islamica, che sono stati brutalmente uccisi durante uno dei più grandi genocidi europei dopo le Grandi Guerre, tra il 10 e il 15 luglio 1995.
Entrati nel museo della memoria, vecchia fabbrica divenuta dapprima una base ONU e successivamente un museo, ci è stato mostrato un filmato ed una serie di immagini degli avvenimenti di guerra.
È stata una visita molto forte, che ha fatto suscitare in noi emozioni diverse e contrastanti. Le immagini ci hanno riportato alla sofferenza ed al dolore di quei giorni, facendoci rivivere le atrocità della guerra. La nostra visita è proseguita all’interno dei resti della vecchia fabbrica di batterie al litio abbandonata, in cui erano presenti oggettistiche ritrovate nelle montagne vicine, appartenenti a uomini, donne, anziani e bambini che hanno tentato di attraversare le montagne vicine in cerca di un futuro migliore. Ma quello che sicuramente mi ha lasciato senza fiato, è stata una lunga distese di scarpe. Queste immagini, ci hanno subito rievocato le immagini che abbiamo vissuto nel campo profughi venerdì e le sorti che purtroppo ancora oggi alcune popolazioni vivono.
Dopo una giornata vissuta sulla riflessione, siamo rientrati nello studentato dove abbiamo salutato i nostri amici toscani, che lasciano la città di Sarajevo con la celebrazione dell’eucarestia nella cappella della struttura e qui, è successo un evento che mi ha fatto riflettere molto: durante la celebrazione, mentre celebravamo, ha iniziato a richiamare, attraverso i megafoni disposti sulla moschea, i mussulmani alla preghiera il Muazir.
Questo evento mi ha fatto riflettere perché è bello pensare che, in un paese che ha sofferto tanto a causa delle lotte religiose, delle diversità culturali, la preghiera è l’elemento unificatore e mi piace credere che entrambe le culture preghino per una convivenza pacifica, sentendosi parte della stessa comunità.
Eduardo Di Palma