Grazie Sarajevo

DIARIO DI BORDO, 31 AGOSTO ore 22.00

Porto di Bar, Montenegro

 

Ultimo giorno di viaggio

 

Siamo arrivati alla fine della asfaltata strada del nostro cammino fatto in veste di esploratori.

C’è chi tira le somme, chi cerca di portar con sé un pezzo di esperienza tramite una foto, un souvenir, un odore, un ricordo.

Ma il latente pensiero di oggi può tranquillamente essere: “che è successo in questi giorni?”

Nel mentre lasciamo “casa nostra”, (perché lo stabile fonss è divenuta ormai casa nostra), salutiamo Stefan, diverse strette di mano, qualche timido abbraccio, nei suoi occhi leggo, o mi piace pensare di leggere, tanta gratitudine, tanto affetto talvolta per i più magari ingiustificato, quell’affetto che solo le parole non dette possono offrire. Ci regala la sua famosa bevanda, quella che una sera ha creato un momento di innata socializzazione… grazie a lei l’inglese è fluito come non mai.

Ci lascia anche un quadro e il suo quasi commosso volto, con gli occhi di chi “ama” mi da l’ennesima stretta di mano, una pacca sulla spalla e mi dice < bye my friend, see you soon, stay strong you are!>.

Carichiamo le valigie e i viveri di fortuna.

Marika ingrana la seconda, perché la prima non va, e vai! Si parte per una altra, l’ultima traversata.

Stavolta non ci accompagna né Vasco né il cantautorato italiano, ci accompagna il silenzio, ed il nostro van rosso ferrari sembra più pesante… e certo, abbiamo un carico emozionale dentro al cofano, cosi pesante che “valigie spostatevi proprio!!”

C’è chi dorme, c’è chi fa compagnia alla driver, ogni tanto ci invertiamo, si fa esperienza della locale forza di polizia… frontiera ok, Italia we are comin’!

Dal finestrino iniziano a riaffiorare i ricordi, i volti… sul cruscotto vedo due saplà, uno rosso e uno verde, subito mi accompagna l’immagine di quel sorriso di soddisfazione del proprietario delle magiche mani che li ha realizzati, che mi ha aiutato a farlo.

Viene sete, caldo, poi pensandoci…mmmh… tè di Mario! Social corner, scale, murales, chitarra e djembe.

Ormai dopo aver diligentemente consumato i viveri bordo cofano del fiammante van, viene automatica la meditazione/sonnolenza, ormai necessaria per “iniziare a stivare le emozioni nella credenza”.

E penso… eppure dicevo di voler capire cosa succedesse lì, ma alla fine come posso avere la presunzione di capire cosa succede li? Li si va per viverle le cose e basta, terra del miele e delle dissonanze…

Non mi sfiora il pensiero di aver aiutato… volontari? Si! Volontari di aver volontariamente scelto di stare affianco ad altri, di condividersi e di dividersi i pesi e le leggerezze.

E ci siamo, check in, controlli, salutiamo Astra il cane poliziotto con gratitudine per non averci fatto perdere prezioso tempo.

Vespri, poi l’ormai collaudato pasto “pane e pollo” preparato sempre con cura e con precisione matematica nell’ usare tutte e le 64 fette di edamer… stavolta non c’è il dolce donato dalla Signora della mensa del centro, ci sono i biscotti…

È il pasto del social corner!

Contemplo le stelle, abbiamo finito un accendino, la provvidenza, cosi come nei giorni trascorsi, fa si che per la terza volta mi venga regalato qualcosa, stavolta un accendino, cosi come una bottiglia di socialità e un pezzo di dolce condivisione.

Mi viene in mente il formidabile ragazzo turco della mensa, mi piace pensare che mi ha detto che facesse boxe perché voleva dirmi che è un lottatore, come a dire “tranquillo, so lottare, fallo anche tu”, e riaffiorano i sorrisi, ora qui steso su una poltrona blu, mentre gli occhi sono inondati di grazia, sonno e un lieve accenno di lacrime, ma di quelle non salate, quelle lacrime dolci, di pienezza.

E penso ad Enrico, che ora dorme ma domani mi chiederà l’articolo, cui gli dirò che non si può raccontare la grazia, ma solo leggerla negli occhi di chi la ha ricevuta.

Ora mi piacerebbe che tutti sentissero il latente grido da curva B di Antonino: <<GRAZIE SARAJEVO!>>

Giorni di grazia, giorni di prova, giorni di perdita e giorni di ritrovamenti, giorni di grazia!

Vedo tutti dormire, sono l’ultimo, Antonino, Antonino, Alice, Marica, Valentina, Anna, Marialuisa, Alice, Salvatore, Bartolo, Antonio, Enrico, Eduardo, Peppe…  grazie per essere stati perfetti compagni di viaggio!

Grazie Don Nino, capofila e guida stradale e di spirito.

Ora diamo inizio alle procedure di atterraggio interiore, quelle insonni.

Inutile scorrere le foto, basta chiudere gli occhi, poi cuffie, Einaudi, “Resta Con Me”.

 

A domani,

aspettando l’alba.

 

G.D.M