Bilancio sociale 2022 e Report statistico nazionale sulle povertà

Oggi 27 giugno, presso la sede di via Aurelia in Roma, si è tenuta la presentazione da parte di Caritas Italiana del Bilancio sociale 2022 e del primo Report statistico nazionale sulle povertà.

Quella di oggi è stata una presentazione più di tipo statistico, più breve, che fa riferimento ai dati delle persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto e ad alcuni servizi Caritas. A novembre uscirà un altro Rapporto, più di approfondimento, sarà un andare dentro alcuni fenomeni e alcune situazioni.

L’indagine riguarda 205 diocesi su 217. È un Report statistico che vuole:

  • Contare: vuole dare numeri. Sono 255.597 le persone che si sono rivolte in un anno solo ai Centri di Ascolto senza considerare i vari servizi Caritas. È quasi mezzo milione di persone considerando le famiglie. Si riscontra un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Di questi circa 22.000 sono cittadini ucraini sostenuti per vari tipi di esigenze.
  • Rendicontare: sono stati fatti 3.466.000 interventi in un anno. Tanti interventi, superiori ai numeri di persone poiché in tanti hanno avuto diversi interventi.
  • Svelare: con i dati a disposizione sveliamo fenomeni nuovi anche anticipatamente rispetto alle statistiche pubbliche. Tra i tanti dati abbiamo la presenza inedita sempre più di anziani stranieri che si rivolgono a Caritas. Sono circa 8.000 over 65. L’immigrazione non è solo giovanile ma anche più adulta. Di tutti questi solo 300 ricevono la pensione di cittadinanza. Ciò evidenzia una quota di ingiustizia su alcune forme di politica esistenti.
  • Costruire: ponti, reti, progetti, risposte, grazie anche all’aiuto di tanti volontari. Sono circa 83.000 che in modo stabile sono presenti nei servizi Caritas.
  • Narrare: nel Rapporto di novembre saranno raccontate alcune storie, le forme di accompagnamento, i vissuti. Il tema del Rapporto di novembre è quello del lavoro povero, i poor workers che costituiscono il 22% di tutte le persone che si rivolgono alla Caritas.

Lo scenario economico e sociale negli ultimi anni oltre a generare una forte crescita della platea dei poveri ha prodotto anche un acuirsi delle fragilità di chi già era in stato di vulnerabilità. Dall’esigenza di approfondire le multiformi storie di povertà oggi esistenti è stato condotto un lavoro di analisi multivariata al fine di definire alcuni “cluster” di povertà.

Cluster 1: i vulnerabili soli. Si tratta per lo più di uomini, tra i 35 e i 60 anni, che vivono soli, tra questi molti divorziati che presentano una molteplicità di bisogni. Sono senza fissa dimora, molti hanno problemi di dipendenze. Chiedono un sostegno alloggiativo, socio-assistenziale, di tipo sanitario, di orientamento, oltre all’aiuto materiale, di accesso alle mense e al vestiario.

Cluster 2: le famiglie povere. Riguarda soprattutto donne adulte, in maggioranza coniugate con figli spesso minori conviventi. L’incidenza degli stranieri nel gruppo è leggermente superiore alla media. Presentano bisogni per lo più legati alla sola povertà economica. Chiedono aiuto legato a beni e servizi materiali e sussidi economici per il pagamento di fitti e bollette.

Cluster 3: i giovani stranieri in transito. L’età media è di 25 anni, in maggioranza sono celibi. Uno su due è di nazionalità africana. Spesso sono senza dimora. A volte si muovono in compagnia di familiari o conoscenti. Quasi la metà dichiara di essere uno studente. Presentano sempre bisogni multipli Hanno beneficiato solo di beni o servizi riguardanti i viveri e il vestiario.

Cluster 4: i genitori fragili. Il gruppo comprende in particolare genitori di età compresa tra i 35 e i 60 anni, per lo più di genere femminile. Quasi sempre hanno figli minori conviventi. Vivono con i propri familiari o in convivenze di fatto, ma in nuclei mediamente più numerosi rispetto agli altri gruppi. Spesso presentano bisogni multipli come i problemi abitativi, familiari, di immigrazione, salute, lavoro. Tra gli aiuti ricevuti accanto a quelli di tipo risulta significativamente più marcato il peso dei sussidi economici, dell’orientamento e dei coinvolgimenti di altri enti o soggetti del territorio.

Cluster 5: i poveri soli. Sono inclusi soprattutto adulti di genere maschile, per lo più tra i 35 e i 65 anni. Vivono soli, sono separati, divorziati, vedovi, pensionati. Sono quasi sempre senza figli. Quasi la metà di essi vive in grandi città. Richiedono più spesso degli altri un’assistenza di tipo socio-assistenziale. Quasi la metà di essi sono assistiti dai Centri di Ascolto parrocchiali.

Siamo chiamati come Caritas a collaborare tutti insieme perché il nostro servizio sia mirato non solo ad aiutare, a sostenere i poveri ma anche alla promozione dei poveri.

Questi dati statistici indicano quali sono le nostre priorità. In un mondo così complesso dove c’è una povertà multidimensionale siamo chiamati a dare risposte multidimensionali mettendo al centro la persona, la vita, la famiglia, accompagnando le persone da uno stato di miseria ad uno stato di piena vita.